Categorie articoli:

La struttura posturale esprime lo stato interiore

Set 29, 2016 | Articoli Insegnanti

di Françoise Berlette, Caposcuola Fondatore della Scuola EFOA e dell’insegnamento dello Yoga e Posturale

Struttura posturale e stato interiore

All’interno della struttura posturale, si manifesta un potenziale fondamentale: la condizione della mente, oltre al fattore emotivo.

Cosa esprime la forma posturale

La struttura posturale esprime in sé, non il fatto di essere diritto con la colonna: è l’ultima cosa che ci interessa; anzi le incurvature della colonna sono naturali, fisiologiche e indispensabili per la sua salute e vitalità.

Ha in sé uno stato dell’essere.

In realtà c’è l’espressione della nostra natura, del nostro essere, della nostra condizione emotiva.

Tant’è vero che quando analizziamo la struttura posturale dell’allievo, insegno a non andare a verificare per primo se c’è una spalla più alzata dell’altra, ma di vedere innanzitutto cosa esprime la sua postura.

Osserviamo se dà una sensazione di stanchezza, di irrigidimento, di affaticamento, di chiusura, di instabilità.

Sono gli elementi più importanti perché sono quelli che influenzano la struttura posturale, la quale si forma sulla nostra condizione emotiva e mentale che andrà a creare delle deformazioni articolari.

Da bambini non avevamo problemi posturali, la postura era perfetta.

Poi le somatizzazioni emotive per prime e poi anche mentali hanno squilibrato questa perfezione.

Yoga e Postura

In verità nello Yoga non agiamo sulle prestanze fisiche che hanno come finalità la scioltezza e la rettitudine del corpo.

Lo Yoga è una forma di pratica molto gratificante, molto profonda, come riequilibrio emotivo, come conoscenza e consapevolezza della mente in rapporto al corpo non nella sua forma esterna, ma come corpo, sede dove si manifesta il principio di vitalità interna.

La differenza tra essere in asana e fare una forma esterna

La definizione di Asana, ricordiamo, è di trovare uno spazio interno fatto di vitalità.

Le posizioni sono mantenute senza affaticamento, con comodo e a lungo, con la partecipazione della consapevolezza mentale.

Stare a lungo

Mantenere la posizione a lungo è una condizione sine qua non dell’asana; secondo i testi una posizione va mantenuta per tre ore.

Se non riusciamo a stare a lungo nell’asana, come avviene tante volte, è perché non siamo comodi, e subentrano una serie di reazioni che ci fanno smettere.

La comodità non è solo nella posizione, ma anche mentalmente ed emotivamente.

Ad esempio se non sono “comodo” nei pensieri, questo manderà degli impulsi che potranno creare nervosismo, agitazione e affaticamento; la mente si distrae facendomi perdere la consapevolezza e smetto l’esercizio.

Se non siamo comodi nelle posizioni, non attiviamo la struttura posturale.

Essere Comodi

Per stare a lungo devo quindi trovare la comodità, significa essere in “equilibrio”: il che non significa rimanere su un piede o in appoggio sulle mani, ma significa che tutte le parti del corpo, dell’emotivo e della mente, sono perfettamente integrate insieme.

Sento tutto il corpo in maniera omogenea (è anche una definizione di asana), e non soltanto sulla parte del corpo dove agisce in particolare la posizione.

Sentire la parte del corpo coinvolta sarà utilizzato inizialmente nell’allievo principiante.

Lo stato dell’asana si realizza quando man mano sento l’intero corpo: questo significa l’equilibrio.

Queste caratteristiche le ritroviamo nella natura delle strutture posturali

Le fibre muscolari posturali sono concepite per funzionare tutto il giorno (a lungo).

Se attivo le strutture posturali posso rimanere a lungo negli asana, senza creare stanchezza, irrigidimento e affaticamento.

La struttura posturale è fatta per lavorare in “economia”, quindi partendo da quella, non creo affaticamento nell’asana.

La muscolatura posturale è molto più difficile da percepire proprio perché siamo “abituati” a conviverci, visto che è attiva tutto il giorno.

Inoltre, non funziona secondo gli schemi neurologici dei muscoli volontari, ricchi di propriocettori, e non ne abbiamo una percezione così spiccata dei muscoli volontari.

Attivare la percezione dell’attivazione delle fibre muscolari posturali necessita di una grande concentrazione e perspicacia, per acquistarne la consapevolezza.

Ti potrebbe interessare: